Il Grande Giorno

In scena, una reclusione forzata accompagnata dalla domanda: che cosa accadrebbe se improvvisamente fossimo costretti a rallentare?
Ettore Stein vive in un appartamento “design” che ricorda un acquario, con la moglie Elisabetta e Arturo, un pesce pagliaccio rinchiuso a sua volta in un altro piccolo acquario. Ettore è candidato a diventare il nuovo capo del governo. È alla soglia della consacrazione come il più giovane premier mai stato in carica in Italia. Si è appena chiusa la campagna elettorale e ad Ettore non resta che attendere il responso delle elezioni, certo di uscirne vincitore indiscusso. Proprio quando sembra che tutto stia andando per il meglio, Ettore viene lasciato da Elisabetta, esasperata dal non riconoscere più il ragazzo premuroso e amorevole conosciuto all’università.

Rimasto solo con Arturo, Ettore riceve una visita inaspettata che lo proietta in un viaggio surreale e onirico, con una inaspettata e sorprendente evoluzione c he lo porterà a riconnettersi con il proprio vero sé.

Autore: Daniele Ronco
Con: Daniele Ronco ed Elena Aimone
Regia: Raffaele Latagliata
Musiche: Andrea Mario Cauduro
Videomaker: Francesco Calabrò
Scene: Jacopo Valsania
Produzione: Mulino ad Arte
Genere: Teatro di narrazione “eco sostenibile”
Durata: 60′

Servizio TG3

Presentazione

L’urgenza dello spettacolo…perché “eco-sostenibile”?

« L’idea di mettere in scena “Mi abbatto e sono felice” nasce dalla riflessione che mi ha accompagnato nei mesi successivi alla morte di mio nonno, una persona che mi ha insegnato tanto e che stimo infinitamente per la condotta di vita esemplare  perseguita durante i 91 anni trascorsi su questo pianeta.  “Mi abbatto e sono felice” è un monologo a impatto ambientale “0”, autoironico, dissacrante, che vuole lanciare una provocazione importante; vuole far riflettere su come si possa essere felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha nei confronti del pianeta sul quale abitiamo. “Mi abbatto e sono felice” non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale.  Si autoalimenta grazie allo sforzo fisico prodotto da me in scena. Non sono presenti altri elementi scenici, i costumi sono essenziali e recuperati dal guardaroba di nonno Michele. Le musiche sono live. »

Daniele Ronco

Sempre più spesso si sente parlare di disagio, crisi, scarsa produttività, povertà, inquinamento, surriscaldamento globale, etc..  Ma come, nell’era del benessere ci sono tutti questi problemi?! Sembra che la felicità dell’uomo occidentale sia direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma: producendo si ottiene denaro e più denaro si possiede, più si consuma e ci si sente felici. Siamo certi di questa affermazione? Molti di noi avrebbero la risposta pronta, ma a parole siamo bravi tutti. Sono i fatti quelli che contano. Pensiamo per un attimo alla tensione che scorre all’ora di punta nei centri delle città, quando basta un clacson per far scoppiare una rissa. Pensiamo all’invidia nei confronti di chi, sul posto di lavoro, ottiene un passaggio di livello, ai continui piagnistei delle persone davanti a uno spritz, ai milioni di finanziamenti suicidi per assicurarsi un’ automobile da 40.000 Euro, alle farmacie prese d’ assalto da una popolazione malata e acciaccata. Vi sembrano segni di un popolo felice? La risposta pare piuttosto scontata. Eppure i capi dei governi invitano a consumare di più, a produrre di più, con un’ inevitabile incremento della frustrazione umana. Le lotte di potere sono all’ordine del giorno e a qualsiasi livello. Dall’altra parte gli stessi capi dei governi parlano dei problemi di inquinamento, rifiuti tossici, surriscaldamento globale,… Anche qui si riscontra un paradosso non indifferente. Si spinge a produrre e a consumare di più e poi ci si lamenta di come il pianeta stia andando a rotoli?

Siamo la specie più invasiva della Terra, acciecata da un materialismo dilagante. L’ipocrisia è all’ordine del giorno. In tutto questo, l’unica ancora di salvezza è l’ Amore. L’unica variabile impazzita, l’unica variabile a sfuggire alle leggi della fisica e della chimica. L’amore per se stessi, per le altre creature e per il pianeta che ci ospita potrà salvarci da un declino altrimenti inarrestabile. L’amore non costa, non crea Pil, non inquina, è scomodo perché fa ammalare di meno, perché sfugge alle statistiche, perché non è tassabile, almeno per ora. “Mi abbatto e sono felice” non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale.  Si autoalimenta grazie allo sforzo prodotto dall’attore in scena, che pedalando per un’ora intera su una bicicletta recuperata in discarica, fa girare una dinamo collegata ad un faro, che si illumina a seconda dell’intensità della pedalata. Non sono presenti altri elementi scenici, i costumi sono essenziali e recuperati al mercatino dell’usato. Le musiche sono live. E’ lo stesso attore ad accompagnare il pubblico in alcune esperienze sensoriali, suonando uno strumento a percussione in legno, realizzato a mano da un artigiano africano. Lo spettacolo si presta a stimolanti sinergie con enti che si occupano delle questioni legate alla salvaguardia dell’ ambiente, all’eco-sostenibilità, alla decrescita felice. L’intenzione è quella di sensibilizzare trasversalmente la cittadinanza, attraendo anche un pubblico solitamente non avvezzo al teatro.

Cast

Daniele Ronco

Nel 2011 ottiene il diploma di attore di prosa presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”. Il suo percorso formativo è arricchito da numerosi stages teatrali tenuti da professionisti del settore, tra i quali: Ron Gilbert, Anthony Caldarella, Sabrina Bertaccini, Emiliana Perina, David Callahan, Stefania De Santis, Alessandra Frabetti, Peter Stein, Giuliana Soldani, Massimo Sceusa, Gabriele Tesauri, André Casaca, Riccardo Bellandi, Vittorio Franceschi, Marco Cavicchioli, Renata Palminiello, Paola Tortora. Per il teatro lavora con diversi registi, tra i quali: Renata Palminiello, Vittorio Franceschi, Gabriele Tesauri, Giordano Amato, Gabriele Mazzucco, Fulvia Roggero, Carlo Roncaglia, Riccardo Bellandi. Per il cinema e la tv lavora con diversi registi, tra i quali: Paolo Severini (“Hit Science”), Marco Bellocchio (“Vincere”), Yuri Storasi (“Ekaterina”), Luca Ribuoli (“Un marito di troppo”; “Questo nostro amore”), Takashi Minamoto (“Il minestrone di Alida”). Dal 2015 nasce un forte sodalizio con la band Kachupa per la quale dirige e interpreta il videoclip del singolo “Le strade vuote della notte”. Nel 2016 recita nella fiction diretta da Riccardo Donna “Sulla strada di casa” ed interpreta il protagonista Felice Filippi nel docufilm “’78 – vai piano ma vinci” presentato al Torino Film Festival 2017 e inserito nella cinquina dei David Donatello 208 (sez. Documentari). Nel 2017 riceve il Premio “Le strade degli altri” per il testo Chaos-Humanoid B12 e vince il concorso “Actors and Poetry Festival” nella sezione doppiaggio. Nel 2019 è ideatore di Teatro a Pedali™ . (  sito web personale )

Anno di nascita: 1984
Città: Torino
Ruolo nella compagnia: Il diplomatico; tra i mulinelli di Costanza e la meticolosità di Jacopo… ogni tanto tocca una sana mediazione!
Libro del cuore: Il visconte dimezzato” di Italo Calvino
A quale film avresti voluto prendere parte: “Batman” di Tim Burton e “Il Cavaliere Oscuro” di Nolan. Farei carte false per pescare il Joker!
La canzone che canti sotto la doccia: “I walk the line” di Johnny Cash, e la testa va nel Tennessee…
Se fossi un animale: Un lupo… un animale da branco e allo stesso tempo solitario
Cibo al quale non sai dire di no: Vegan!
Lo sport nel tempo libero: Tennis. Entrando in campo, con gli spalti vuoti, non riesco a fare a meno di emulare le urla della folla che mi acclama, a cui rispondo con saluti calorosi sentendomi per un attimo Djokovic. Quella sensazione purtroppo dura poco, chissà perché?!
Gesto scaramantico prima di entrare in scena: Sono come Nadal nel tennis, faccio prima a dirvi quello che non ho!

Scheda Tecnica

Palcoscenico:

  • Larghezza: 
  • Altezza: 
  • Profondità: 
  • Durata montaggio: 
  • Durata smontaggio: 

Cronostoria

  • 01/09/2020 Festival di Asti

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